Alitalia, c'è Gubitosi in pole position

Messaggero

Concluso il vertice di Abu Dhabi tra l'emiro e Montezemolo nei meeting con Ball ed Ethiad le banche incalzano sui costi.

ROMA - Le grandi manovre sulla ristrutturazione industriale e finanziaria di Alitalia si incrociano con la definizione del nuovo assetto manageriale. Nelle ultime ore, come anticipato dal Messaggero di ieri, sa accelerando il processo per la sostituzione di Cramer Ball: in pole position c'è Luigi Gubitosi, manager di elevato standing e capacità dimostrate dalla Fiat dove era cfo (nel 2002 ha gestito il concertendo da 3 miliardi) fino alla direzione generale della Rai. Il manager napoletano potrebbe diventare ad a seguito delle dimissioni di Ball attese al massimo in tempi brevi o, in alternativa, presidente con deleghe al posto di Luca Cordero di Montezemolo che da tempo ha manifestato l'intenzione d lasciare.

La svolta al vertice sta bruciando i tempi da martedì scorso quando è iniziato il confronto a Milano, presso la sede di Lazard - proseguito anche ieri - tra Ball, Roland Berger, KPMG, Ethiad, Intesa Sanpaolo e Unicredit sulla bozza del nuovo piano industriale. Un piano che i banchieri avrebbero bocciato perchè troppo sbilanciato sul taglio costi, anche attraverso l'esodo di circa 2 mila dipendenti (più altri 2 mila circa delle imprese in outsourcing) e senza una strategia di lungo periodo chiara e convincente: è prevista la riconversione in low cost delle tratte a corto raggio (voli domestici) con la possibilità di allacciare alleanze (Easy-Jet) e il rafforzamento delle rotte a mediolungo, rinvigorendo lo scalo di Linate per le tratte negli USA, attraverso la revisione del decreto Lupi. Il taglio costi in aumento da 160 a 250 milioni annui a regime (2021) viene ritenuto insoddisfacente dai creditori-azionisti soprattutto in confronto con gli obiettivi di crescita dei ricavi, troppo prudenti perchè non ci sarebbe una linea di azione decisa. Il piano vorrebbe rivedere gli accordi di code sharing dell'alleanza Shy tream rinegoziando le revenues da retrocedere ai vari partner oltre ai canoni di leasing e i costi di manutenzione a terra. Troppo poco e difficile da realizzare.

SERVONO ALTRI 600 MILIONI - Sulle rotte oltreceano Lufthansa, sondata per una partnership, l'avrebbe subordinata alla stabilizzazione degli assetti di Alitalia. L'obiettivo di crescita dei ricavi dai 2,6 miliardi del 2016 ai 3,7 miliardi a tendere lascia poco spazio a un ritorno veloce alla redditività (2020).
In questo buio pesto è necessario accelerare il cambio di pilota, come sostengono il governo e le banche anche perchè, sembra che il piano necessiti di un sostegno finanziaro da Ethiad e gli istituti (Intesa, Unicredit, Mps, e Pop Sondrio che finora si è tenuta fuori) ben più alto dei 450 milioni di cassa più i 146 milioni di crediti da convertire in capitale e il contingent equity da definire a carico degli arabi, ipotizzati a fine Dicembre con l'accordo di moratoria fino al 31 marzo. All'epoca Ethiad ha convertito un bond per 210 milioni mettendone altri 100 di cassa e gli isituti ne hann dato 79.
Il fabbisogno di cassa potrebbe salire a 1 miliardo, circa 600 milioni in più, se basteranno. Per questo Montezemolo è volato ad Abu Dhadi a parlare con l'emiro, convincerlo a coprire la differenza rispetto a quanto pattuito (le banche non ne vogliono sapere) e in più, condividere la nomina di Gubitosi.
In questo quadro complesso il cda di Alitalia di lunedì 6 - se non verrà cancellato come quello di lunedì scorso - potrà solo esaminare lo stato di avanzamento del piano.
Montezemolo non dovrebbe dimettersi prima dell'approvazione del piano industriale complessivo onde lasciare la compagnia nelle condizioni più appropriate per affrontare la nuova fase di rilancio. Anche di questo, in particolare avrebbe parlato Montezemolo all'emiro di Abu Dhadi.

La candidatura di Gubitosi, nata in Intesa Sp e Unicredit, ha preso consistenza dopo l'incontro avuto con il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, al quale il manager avrebbe chiesto garanzie di miglioramento delle condizioni operativ per Alitalia, perlomeno in sintonia con quelle accordate alle compagnie low cost.

Rosario Dimito
Umberto Mancini