Rai, la Corte dei conti promuove la gestione Gubitosi del 2014

IL MESSAGGERO - Ca.Sco

LA RELAZIONE
ROMA La Corte dei conti mette nel mirino la gestione finanziaria della Rai. «Le risultanze gestionali economiche della Rai e del gruppo – scrivono i magistrati contabili nelle considerazioni conclusive – hanno registrato nel 2014 un miglioramento rispetto al precedente esercizio». L’anno di riferimento è il 2014, quando cioè alla guida della tv pubblica c’era il direttore generale Luigi Gubitosi (al posto dell’attuale dg Antonio Campo Dall’Orto), ma la stesura della relazione dei magistrati contabili risale solo ai giorni scorsi. La capogruppo, sottolinea la Corte dei conti, ha chiuso il bilancio con un utile di 47,9, in crescita rispetto al 2013, anno in cui il risultato positivo era stato pari a 4,3 milioni. Bene anche i valori del conto economico consolidato, positivo per 57,9 milioni e in aumento rispetto al 2013 (5,3 milioni). «Entrambi gli esiti - precisano i magistrati contabili - sono stati positivamente influenzati dalla plusvalenza di 228 milioni di euro derivante dal collocamento delle azioni della controllata Rai Way», la società delle torri di trasmissione.
 

I DETTAGLI
E ancora, aggiunge la Corte dei conti, scendendo più nel dettaglio: «Per il ricevimento della gestione, la Rai ha avviato e finalizzato nel novembre 2014 un processo di valorizzazione di asset strategici attraverso la quotazione della controllata Rai Way, iniziativa consentita dall’articolo 21, comma 3, del decreto legge n. 66 del 2014. L’operazione Rai Way è apparsa centrale nell’ambito delle iniziative finalizzate a ovviare il mancato introito da canone di 150 milioni». Quest’ultimo riferimento è a quanto disposto dal governo due anni fa, quando è stata prevista una riduzione di 150 milioni delle somme da riversare alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, «con un effetto negativo che si è aggiunto al mancato adeguamento all’inflazione dell’importo unitario del canone stesso e alla progressiva crescita degli utenti morosi». Per contrastare questi due fattori, prosegue la magistratura contabile, «la società è intervenuta su due fronti: sulla gestione ordinaria e sulla gestione straordinaria. Sotto il primo aspetto, in presenza di una negativa evoluzione in corso d’anno della dinamica dei ricavi pubblicitari, sono state avviate iniziative per contenere ulteriormente i costi esterni (la flessione, rispetto al 2013, di 80 milioni di euro, al netto dei grandi eventi sportivi) e il costo per il personale. Sotto il secondo aspetto, la società ha reagito attraverso un processo di valorizzazione degli asset strategici e patrimoniali del gruppo».